ESCLUSIVA TMW - Il baby fenomeno dell'Inter Balotelli: parla il papà procuratore
I lettori più attenti avranno sicuramente notato come la nostra redazione segua domenica dopo domenica le evoluzioni di Mario Balotelli (16), attaccante che sta furoreggiando negli Allievi Nazionali dell'Inter con la media di più di un goal a partita. Il valore del ragazzo sta emergendo in modo chiaro e inequivocabile: da più parti si grida al fenomeno, e in effetti Mario, esordiente in serie C1 appena quindicenne, ha tutti i numeri per poter esplodere. Tra l'altro la vicenda calcistica si interseca con un problema abbastanza diffuso nella nostra società, quello della trasmissione della nazionalità italiana ai ragazzi adottati. Prima del compimento dei diciotto anni, infatti, Mario non può acquisire la cittadinanza tricolore, ma sembra che la lunga procedura prevista in questi casi possa essere abbreviata. Corrado Balotelli, padre adottivo e procuratore del ragazzo, ci aiuta a conoscere meglio un probabile, futuro campionissimo.
Chiariamo subito una cosa: Mario vuole che il cognome Barwuah non venga citato, si sente unicamente un Balotelli
"Sì. Lui è Mario Balotelli e basta. Pensi che la rivista ufficiale dell'Inter gli ha dedicato un servizio di due pagine con tanto di gigantografia. Tutto bellissimo, peccato che campeggi la scritta Barwuah a lettere cubitali! L'altro cognome scomparirà al compimento del diciottesimo anno, ma forse non hanno le idee chiare nemmeno all'Inter. Infatti nella distinta della primavera hanno messo direttamente Mario... (sorride, ndr)".
In effetti la sua storia è molto interessante. Conosciamola
"Lui è nato a Palermo da genitori di origini ghanesi. A due anni la mia famiglia ha ottenuto l'affido a lungo termine, un provvedimento che da allora non è mai stato tramutato in adozione. Dovremmo aspettare la maggiore età, ma già lunedì Mario è atteso in tribunale perchè questa prassi sinceramente non ha ragion d'essere. L'Italia accusa un notevole ritardo in materia, negli altri paesi europei l'affido diventa adozione dopo tre anni, ma per fortuna è allo studio una riforma legislativa che non contempla più unicamente lo ius sanguinis ma anche lo ius soli, e quindi in futuro acquisirà importanza anche il luogo di nascita. Mario è italiano dentro, parla il dialetto bresciano, l'Africa non l'ha mai vista".
Ripercorriamo il suo approccio con il calcio
"A cinque anni gioca in un oratorio del bresciano, a dodici viene ingaggiato dal Lumezzane, con cui fa l'esordio in serie C1 lo scorso anno contro il Padova. Poi altri venti minuti con il Genoa e tre presenze in panchina. L'ultimo giorno dello scorso mercato lo ha acquistato l'Inter, facendogli firmare un contratto fino al 2009, il massimo consentito a questa età".
E' vero che lo ha cercato addirittura il Barcellona?
"Sì, l'ho portato io stesso a giugno per un provino al Camp Nou. Ha segnato otto reti in tre partite, erano tutti entusiasti di lui ma i soliti problemi di cittadinanza ne hanno impedito l'acquisto. In quello stesso periodo avevano chiesto informazioni Chelsea, Liverpool e Tottenham, ma a maggior ragione in Inghilterra sono risultati decisive le problematiche riguardanti la nazionalità. In Italia lo voleva fortemente la Fiorentina".
Poi perchè non è approdato in viola?
"Firenze era troppo lontano per lui. Mario è un ragazzo, abbiamo preferito tenerlo vicino a noi e seguirlo in prima persona. All'Inter c'è un progetto serio, con il pulmino che viene a prenderlo sotto casa ed il collegio che lo aiuterà a crescere come persona".
I tabellini degli Allievi sono illuminanti: 11 reti in dieci gare. Al di là delle cifre, Mario è davvero così devastante in campo?
"Le ultime gare le ha risolte lui. Contro la Cremonese ha segnato un eurogoal, e pensare che il giorno precedente aveva giocato 45 minuti con la Primavera. Devo dire che l'Inter gestisce molto bene i giovani, magari in altri club Mario sarebbe già gravitato in prima squadra, ma è meglio che proceda per gradi".
Tra l'altro Bernazzani ha a disposizione un altro talento purissimo, il portoghese Coelho
"Se ne parla molto bene. E' il tipico portoghese dai numeri importanti, forse deve ancora adattarsi al nostro modo di intendere il calcio".
Che tipo di giocatore è Mario? Una prima punta?
"Ha un fisico slanciato, è alto 187 cm, spazia da primo a secondo attaccante senza problemi. A Lumezzane lo hanno impiegato come centrocampista esterno per affinarne la velocità. Usa soprattutto il destro ed è forte anche di testa".
Cosa chiede Mario al calcio?
"Per ora vuole divertirsi. Appena può torna a giocare all'oratorio perchè lui vive per il pallone. Sogna di diventare un giorno come i suoi idoli Robinho ed Eto'o, ma adesso è tranquillo, sa che deve ancora formarsi come giocatore e per ora chiede solo una squadra che lo aiuti a diventare tale. Lo seguiamo io e mio fratello e non procuratori di professione, lui è giovanissimo, deve maturare di testa, tutto ciò che verrà dopo sarà ben gradito".